Trombosi venosa in gravidanza: rischi, sintomi, prevenzione

Trombosi venosa in gravidanza: rischi, sintomi, prevenzione

Cos’è la trombosi venosa?

La trombosi venosa è una malattia causata dalla coagulazione del sangue (trombosi) dentro una vena determinandone la chiusura e ostacolando il normale flusso venoso dei tessuti. Le trombosi che interessano le vene profonde dell’organismo sono pericolose per il rischio di complicarsi con fenomeni tromboembolici mentre le trombosi delle vene superficiali raramente vanno incontro a tromboembolia.

Le cause della trombosi in gravidanza

La trombosi venosa può colpire qualsiasi vena del corpo ma si verifica più di frequente in quelle degli arti inferiori. La gravidanza costituisce un momento della vita che in alcune donne può aumentare il rischio di eventi trombotici. Durante la gravidanza e durante il puerperio, in particolare nelle quattro settimane successive al parto, aumenta il rischio di trombosi venosa perché ai fattori predisponenti eventualmente già esistenti quali le trombofilie ereditarie o acquisite, il sovrappeso/obesità, il fumo, l’ipertensione arteriosa, il diabete, le cardiopatie, pregressi episodi di trombosi o tromboflebiti venose, la presenza di vene varicose, si aggiungono quelli legati alla gestazione stessa, tra i quali ricordiamo:

  • maggior coaugulabilità del sangue (ipercoagulabilità);
  • assetto ormonale (in particolare in relazione all’aumento di progesterone);
  • aumento di volume e del peso dell’utero/feto con conseguente compressione delle strutture venose di questa zona;
  • perdita di elasticità delle pareti venose;
  • minore attività fisica;
  • aumento di peso.

I sintomi della trombosi venosa

È bene conoscere i sintomi caratteristici della trombosi venosa così da acquisire le informazioni necessarie per riconoscerli e rivolgersi prontamente allo specialista. I sintomi e i segni sono correlati alla sede dell’ostruzione trombotica del vaso venoso, tra i più comuni troviamo: gonfiore di gamba o di gamba e coscia in genere monolaterale, dolore e lieve arrossamento delle gambe con difficoltà alla normale deambulazione in funzione dell’entità del gonfiore (in caso di trombosi delle vene dell’arto inferiore o dell’addome). Dolenzia profonda e mal definita, tenesmo e febbricola in caso di trombosi interessanti le vene profonde dell’addome quali l’ipogastrica o le vene ovariche. In caso di embolizzazione polmonare si può accusare dolore toracico, difficoltà a respirare, tosse, aumento della frequenza respiratoria e cardiaca e nei casi più gravi sincope o ipotensione fino a casi fatali.

Diagnosi della trombosi venosa

Nel sospetto di trombosi venosa profonda l’esame strumentale di scelta per confermare la diagnosi è l’ecocolordoppler, esame con ultrasuoni non invasivo da eseguire sugli arti inferiori (ecocolordoppler venoso degli arti inferiori) e/o a livello addominale (ecocolordoppler dell’addome o ecocolordoppler trans vaginale). La RMN (risonanza magnetica nucleare) è utile nei casi di trombosi di vene addominali il cui studio talvolta risulta difficoltoso con l’ecocolordoppler.

Inoltre, un test di semplice esecuzione è la verifica dei livelli di D-dimero nel sangue. Il D-dimero è un prodotto di degradazione della fibrina, verificarne i livelli fornisce informazioni sullo stato di attivazione in senso trombotico del sangue. Questo test ha un altissimo valore predittivo negativo nel senso che se negativo è veramente poco probabile che in quel momento sia in atto una trombosi.

Le conseguenze della trombosi venosa

Tra le conseguenze temibili della trombosi delle vene profonde troviamo:

  • parti prematuri o aborti spontanei (trombosi delle vene placentari);
  • l’ostruzione parziale o completa di uno o più rami delle arterie polmonari per embolia a partire da una trombosi venosa profonda degli arti inferiori o dei vasi venosi addominali (embolia polmonare);
  • sindrome post trombotica (ipertensione venosa da insufficienza delle valvole venose profonde dopo la ricanalizzazione della trombosi dei vasi venosi).

Regole di prevenzione della trombosi in gravidanza

Esistono alcune fondamentali regole di prevenzione che tutte le gestanti possono rispettare durante la gravidanza e durante il puerperio, utili a minimizzare il rischio di trombosi. Qui di seguito le principali buone abitudini:

  • utilizzare le calze elastiche terapeutiche a compressione graduata, così da favorire il circolo venoso;
  • non fumare;
  • non bere alcolici;
  • rispettare una dieta idratante ricca di vitamine e sali minerali;
  • fare attività fisica moderata, specifica per lo stato di gestazione, in accordo con il ginecologo;
  • tenere sotto controllo il peso.

Se volete approfondire ulteriormente questo argomento leggete i nostri articoli sulla prevenzione delle vene varicose in gravidanza e su alimentazione e vene varicose.

Trattamento della trombosi in gravidanza

Nei casi in cui la gestante abbia molteplici fattori di rischio per trombosi venosa o abbia già avuto una precedente trombosi venosa o aborto causato da trombosi venosa è bene rivolgersi ad uno specialista vascolare, il quale potrà, attraverso la visita ed esami dedicati quali l’ecocolordoppler ed eventuali esami ematochimici, formulare una diagnosi, stadiare il rischio e definire un percorso terapeutico finalizzato a prevenire la malattia trombotica venosa mediante l’uso di calze elastiche medicali o attuando una profilassi eparinica.

A maggior ragione nel caso in cui la gestante abbia segni e sintomi sospetti per trombosi venosa profonda è importante che si rivolga subito al proprio medico di fiducia o ginecologo e poi allo specialista in malattie vascolari per la conferma strumentale mediante ecocolordoppler della trombosi e l’impostazione della terapia.

Bibliografia e fonti

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  • Pulivarthi S, Gurram MK., Effectiveness of d-dimer as a screening test for venous thromboembolism: an update.. N Am J Med Sci. 2014 Oct;6(10):491-9.
  • Bates SM, Greer IA, Middeldorp S, Veenstra DL, Prabulos AM, Vandvik PO; American College of Chest Physicians.VTE, thrombophilia, antithrombotic therapy, and pregnancy: Antithrombotic Therapy and Prevention of Thrombosis, 9th ed: American College of Chest Physicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines.Chest. 2012 Feb;141(2 Suppl):e691S-736S.
  • Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Reducing the Risk of Venous Thromboembolism during Pregnancy and the Puerperium
    Green-top Guideline
    No. 37a April 2015. https://www.rcog.org.uk